Nel mondo della birra artigianale la sperimentazione è stata protagonista per diverso tempo, dando una grande spinta alla crescita del settore. Non meno importante è la riscoperta degli stili birrari tradizionali, patrimonio della cultura brassicola mondiale, nati in epoche e in territori molto diversi tra loro. La loro storia e collocazione geografica ha influenzato largamente le caratteristiche produttive e organolettiche delle birre e per questo, oggi, si punta a valorizzare le ricette originali o a rivisitarle rendendole più contemporanee.
Birra Atanor si è distinta in tal senso fin dall’inizio della sua attività. Le quattro birre attualmente in produzione sono il risultato di uno studio attento, volto a recuperare la tradizione mondiale della birra artigianale, partendo da stili fondamentali. La mission della beer firm, che ha la sua sede produttiva a Roma, è stata fin da subito quella di puntare alla produzione di birre di alta qualità, avvalendosi della collaborazione di esperti di settore e mastri birrai di lungo corso, coniugando due punti cardine della sua identità: il passato e il futuro.
Gli stili delle birre Atanor derivano dalla tradizione birraria di Gran Bretagna, Belgio e Germania, paesi tra i più ricchi e fiorenti per la cultura brassicola.
La linea di birre Atanor attualmente comprende:
•Albedo, una Blanche con buccia d’arancia, coriandolo e anice stellato
Le Blanche sono birre provenienti dalla tradizione del Belgio. Vengono realizzate storicamente con frumento e spezie e sono contraddistinte da una schiuma bianca, ampia ma evanescente, da un colore giallo paglierino torbido e opalescente, un gusto acidulo e rinfrescante. L’amaro è contenuto, il luppolo infatti è molto limitato, e lascia spazio ai sentori agrumati e speziati.
•Bagliore, una Belgian Dubbel con coriandolo, buccia d’arancia e zucchero candito
Le Belgian Dubbel sono birre provenienti anch’esse dalla tradizione birraria belga. Questo stile è originario dei monasteri medievali e venne riportato in auge a metà del 1800. Spiccano, tra le sue caratteristiche principali, gli aromi di malto e di uva passa, le note alcoliche e l’assenza di sentori di luppolo. Il loro corpo è pieno e conferiscono al palato una sensazione di calore dovuta al tenore alcolico.
•Soffio, una Lager beverina e dissetante
Le Lager sono birre a bassa fermentazione, ovvero utilizzano (a differenza delle alte) lieviti che fermentano a temperature tra i 5 e i 12 gradi. A fine fermentazione si depositano sul fondo, lasciando la birra pulita e con note più evidenti di malto e luppolo. Queste birre sono tipiche della tradizione birraria della Germania del XVI secolo. Il famoso Editto della Purezza, promulgato da Guglielmo IV di Baviera nel 1516, regolamentava la loro produzione. Le Lager sono birre leggere, poco corpose e lievemente fruttate, chiare e con una schiuma bianca persistente e abbondante.
•Pelago, una IPA moderatamente amara ma dal gusto deciso
Le India Pale Ale sono originarie della Gran Bretagna, terra madre delle birre Ales. Il loro nome deriva dal loro utilizzo, nel periodo tra il Settecento e l’Ottocento. Infatti erano esportate verso le colonie indiane dell’Inghilterra e per conservarle meglio durante il lungo viaggio in nave, avevano una luppolatura molto sostenuta. Il luppolo, infatti, è un antiossidante naturale, disinfetta e preserva la birra da difetti dovuti a una difficile conservazione.
“Per pensare al futuro bisogna partire dal passato – ha dichiarato Edoardo Risaliti, mente del progetto Birra Atanor – Con la nostra beer firm, fin dall’inizio dell’attività, abbiamo voluto intraprendere un percorso che valorizzasse la ricca cultura birraria, la sua storia, le tradizioni che la contraddistinguono. Per questo è stato importante, nell’attuale linea di produzione, iniziare proprio da quegli stili tradizionali che hanno reso il mondo brassicolo quello che è oggi: vivo e variegato”. In futuro Birra Atanor non esclude sperimentazioni: “Abbiamo uno sguardo sempre rivolto all’innovazione e allo sviluppo del nostro progetto, anche rivisitando le classiche ricette tradizionali – ha continuato Edoardo Risaliti – Come in ogni sperimentazione, però, è importante tenere alta l’attenzione sulle origini della birra artigianale”.
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